Di Cristian Borghetti scrissi su Pulp ai tempi del suo notevole esordio con Perdisa - Tre volte all’inferno.
Adesso l’uomo torna giustamente alla carica con due ottimi ganci che si chiamano Le cabinet Masson e Phobia.
Il primo, raffinatissimo, ambientato nel 1912 a Parigi, fa ancora tornare alla mente un paragone che feci tra il cinema di Cronenberg e certi temi di Borghetti.
Un tatuatore ambizioso, il corpo nudo di una modella con un dragone
inciso sulla pelle, il misterioso omicidio della ragazza e una
spasmodica indagine poliziesca alla fine della quale proprio il
tatuatore dovrebbe dimostrare la propria innocenza…
Phobia è invece un
lavoro a quattro mani, tra Borghetti e la misteriosa Kuckisake, un’interessante antologia di brevissimi e raggelanti racconti (Snowflake e Ossa di vetro tra i miei preferiti) che scavano a fondo nelle ancestrali paure quotidiane.
Non so chi sia la partner di Cristian, ma annoto che Kuchisake,
più che uno pseudonimo, è una dichiarazione di guerra…
È questo infatti
il nome di una leggendaria donna-mostro del folclore giapponese, la
donna con la bocca squarciata, che insegue malcapitati passanti e che ha
già ispirato qualche film visibile su youtube.
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